UAE Emirates, Tadej Pogacar pensa già ai prossimi obiettivi: “Voglio vincere il mondiale, poi la Sanremo e poi vedremo per la Roubaix”

Tadej Pogacar non vuole smettere di vincere. Il corridore della UAE Emirates, intervistato dal Dr. Peter Attia nel suo Podcast, ha analizzato diversi aspetti della sua carriera, partendo dalle grandi soddisfazioni, passando dalle delusioni dei due Tour de France persi contro Jonas Vingegaard (Visma|Lease a Bike) e spaziando su diversi argomenti, a partire dall’alimentazione, passando per l’allenamento e su come lui stesso vive le critiche che lo accusano di essere troppo egoista e di vincere anche quando non ne ha bisogno. Tra gli argomenti più interessanti ci sono però anche le dichiarazioni del fuoriclasse sloveno su quelli che sono i suoi obiettivi per il futuro, a partire dal Mondiale di Zurigo in programma domenica 29 settembre.

Ho la sensazione che la Sanremo sarà la corsa che mi manderà al cimitero – dice ridendo il 26enne – Ci sono già andato così vicino, eppure sento di essere così lontano dal riuscire a vincerla. Ora però la prima cosa che voglio vincere è il Mondiale, poi penserò alla Sanremo e se ci sarà modo proverò anche a vincere la Parigi-Roubaix. E poi c’è la Vuelta dove voglio tornare per provare a vincere la Maglia Rossa. Per quello che riguarda le Olimpiadi bisognerà vedere il percorso di Los Angeles 2028, speriamo che sia per scalatori. Ma per noi ciclisti le Olimpiadi non hanno la stessa importanza che per altri sportivi. Il nostro vero obiettivo ogni anno è il Tour de France, e voglio continuare a provare a vincere anche quello fino a quando mi divertirò a farlo”.

Tra gli obiettivi di cui il nativo di Klanec ha discusso c’è anche quello del record dell’ora, che fino a qualche anno fa era una sfida che lo interessava ma che oggi, dopo gli ultimi record, non è più nel suo mirino: “Era una cosa che mi interessava finché non lo ha conquistato Ganna, ora non mi interessa più tanto, Ganna è stato davvero veloce, mi ha fatto passare un po’ la voglia”.

Parlando invece di chi lo critica perché troppo vincente fino al punto da risultare quasi egoista il classe 1998 commenta: “Non ci sono tante persone che lo dicono, lo fanno solo quelle che mi odiano ma ovviamente loro sono quelli che hanno qualcosa contro di me, è normale. Mentre anche le persone che non tifano per me ma sono neutrali dicono che non dovrei trattenermi. Sono i media, i commentatori e i giornalisti a cui piace dire queste cose solo perché così hanno qualcosa di controverso di cui parlare. Io ho fatto il conto, quest’anno ho vinto 12 tappe nei grandi giri e credo che abbiamo lavorato per controllare e vincere 7 tappe, poco più della metà, non è così male”.

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